L’Europa cambia passo, da paladina dell’austerity a quella della solidarietà, dalla gestione fredda e grigia dei burocrati a quella della politica. 750 miliardi di euro per aiutare la ripresa economica dei Paesi più colpiti dalla pandemia del Codiv-19 di cui, tra prestiti e sussidi, 209 sono per l’Italia. Grazie a Sassoli, Gentiloni e il ministro Provenzano e a tutti quelli che non hanno mai tentennato nei loro atteggiamenti e nelle loro convinzioni europeiste. La grande statura della Merkel e di Macron ha certamente aiutato. Non era facile far scordare le posizioni populiste e anti europee del governo Conte, Salvini e Di Maio fino al non remoto “FAREMO DA SOLI” del Conte nuovo. Un’occasione non ripetibile per dar vita a un nuovo modello di sviluppo più umano, più solidale e più attento all’ambiente. Un nuovo modello che, purtroppo, ancora non si vede all’orizzonte. Sarà proprio la politica che dovrà iniziare il suo percorso. Questo è il difficile compito che una nuova e diversa sinistra dovrà svolgere, con serietà e caparbietà, per misurarsi con il futuro.
Voglio ricordare le parole che mia madre accompagnava sempre quando mi dava i soldi della paghetta: ”Non sperperarli e fanne buon uso altrimenti non te li do più” ed io prontamente andavo a ‘buttarli’ per giocare al Flipper.
Ma, la mamma è sempre la mamma: l’Europa no.