Con la fine del PSI è iniziata la diaspora dei socialisti.
Da allora abbiamo visto nascere un arcipelago di organizzazioni che a questo partito, nel bene e nel male vogliono o quantomeno credono di richiamarsi.
Tanti sono i singoli che pure non hanno rinunciato alla loro identità socialista, cercandola o nel ritorno al privato o in un impegno in strutture diverse, spesso approdando in ‘territori’ non propri coerenti alla loro storia.
Molti sono stati i tentativi di ricostruzione del PSI ma nessuno è mai riuscito ad avere quei consensi necessari per tornare ad essere un partito di massa o comunque necessari per incidere sulla politica del proprio Paese.
La nostra non vuole essere una semplice missione che rischia di trasformarci in ‘vestali’ di una patrimonio e tantomeno di assurgere al ruolo di ricercatori addottrinati di una gloriosa storia. Meno che meno un asettico cartello elettorale.
Crediamo, invece, che il socialismo sia una prospettiva di grande attualità e vivacità con cui affrontare le contraddizioni della politica della nostra Italia, dell’Europa e del Mondo.
Per fare questo occorre uno strumento? il Partito? forse si ma, forse no! Certamente noi possiamo e vogliamo ‘contaminare’, con le nostre idee e il nostro essere, la politica: nel sociale, nell’economia, nell’ambiente e nella propria individualità per la ricerca di un nuovo benessere.
Socialisti Europei questo vuole fare.
Un movimento che partendo dal passato guarda al futuro, che dalle contraddizioni del presente vuole contribuire a costruire un futuro nuovo e diverso. Un progetto e una ambizione enorme. Il nostro impegno vuole essere quello di dare, tutti insieme, un futuro all’Idea Socialista.
Ci riusciremo? Ne saremo capaci? Soprattutto serve?
Noi crediamo di si e comunque sarà un impegno per cui vale la pena di perderci tempo.